Il progetto di valorizzazione del Parco Archeologico di Muro Tenente, situato al confine fra i territori comunali di Mesagne e Latiano, in provincia di Brindisi, nasce grazie alla partecipazione al bando “SMART-in – Avviso Pubblico per la selezione di proposte progettuali finalizzate alla valorizzazione dei Luoghi della cultura: laboratori di fruizione e di restauro del patrimonio archeologico”.
La proposta di valorizzazione del parco archeologico intende intervenire su tre aspetti principali: la fruizione, l’accessibilità e la ricerca. Per quanto riguarda il primo aspetto, nel caso del tratto dello scavo della strada glareata di recente scoperta, è stato progettato un raffinato argine di conci di tufo montati a secco, che proteggerà la recente scoperta sia dai dilavamenti delle piogge, che dai visitatori, i quali, grazie all’inserimento di una staccionata, potranno osservarla, senza però calpestarla. Per quanto riguarda l’accessibilità alle diverse aree archeologiche, è stata progettata una moderna passerella in metallo, volta ad agevolare in particolar modo la visita della via Appia.
L’ultimo aspetto, non meno importante, è quello che concerne la ricerca e la didattica. All’interno del parco infatti è stato ampliato un edificio di 25mq, che si è rivelato insufficiente a soddisfare le numerose esigenze di accoglienza, servizi igienici, didattica e ricerca. Tra le impronte del passato è dunque stata progettata l’Archeofficina, un’oasi di conoscenza e creatività, che si erge come faro illuminante tra gli scavi di Muro Tenente. Il progetto nel suo complesso consiste in una costruzione di un piano di legno da edificare al di sopra di un solaio di legno in appoggio su pali di fondazione a vite. Il suo impatto è mitigato dall’uso di materiali naturali, come il legno, dalla completa reversibilità dell’intervento e dai bassi consumi energetici.
Questo sistema costruttivo permette l’ottimale tenuta all’aria attraverso una grande cura costruttiva dal progetto all’assemblaggio (prevedendo sigillature, nastrature e freno vapore), guaine protettive ed elementi di connessione studiati nel dettaglio. L’accesso al padiglione è infine favorito da un porticato di 195mq che fa da collante tra i resti messapici e la modernità dello spazio polifunzionale, diventando simbolicamente il tratto di unione tra il passato ed il futuro.